Il poeta è solo
solo e lontano
da un mondo
assurdo
e indecente.
(da: La scatola di latta, Digitech, Recanati 2013)
[foto di L. Laveder ]
Nel giardino dell'Infinito tra vaghe stelle dell'Orsa…
GIOVEDI…
Non solo la preghiera.. ma anche la natura sfolgorante, i suoi colori e gli odori….La poesia, la musica, l’acquerello come strade privilegiate per entrare nel trascendente…
Entriamo dunque nell’Infinito…portando tra le braccia i fiori della speranza e dell’umiltà…
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E ‘l naufragar m’è dolce in questo mare.
La vera “eleganza” risiede nello spirito e avvolge tutto il modo d’essere della persona, così che mai questa scadrà nella mediocre volgarità. La gentilezza abita “naturalmente” in chi possiede tale spirito ed è, si può dire, l’eleganza dell’anima..
Quando il colore dei fiori si stempera con quello delle foglie in uno splendido acquerello…
Come sempre quando provo a mitigare qualcosa che “disturba” l’animo, la mente e il cuore…