NOSTALGIA… Negli occhi di una bambola…

Aveva un abitino in organza celeste a teneri rosei fiorellini e un capellino di paglia fiorentina. Avevo otto anni quando mio zio me ne fece dono e mia madre subito mi disse di non toccarla… Così la guardavo ma non l’amavo… Gli anni sono passati e quella bambola, ritenuta “ingombrante”, fu regalata ad una bambina vicina di casa… Quando in quella che era stata la mia casa, desiderando ritrovare brani della mia infanzia, provai a cercare i miei ricordi infantili scoprii che insieme ad altre cose lei non c’era più… Ed allora l’amai… L’amai profondamente e mi sembrò che un pezzetto della mia storia se ne fosse andato insieme a lei… Ancora passarono gli anni e per uno strano caso della vita riuscii a tornare in possesso di quella che era ridotta ormai ad un fantoccio vestito male, senza il suono che diceva “mamma”, senza il cappello e con gli occhi che guardavano solo in sù… Così l’ho accarezzata finalmente, recuperando in un attimo tutto l’amore che avrei voluto darle quand’ero bambina. L’ho spogliata e ripulita dagli anni e dall’incuria. Ho comprato un nuovo vestito in raso e pizzi delicati e una cuffietta le ricopre i capelli…

Le dita sono rimaste senza lo smalto originario e i suoi occhi continuano a guardare all’insù… Ma, chissà perché, ogni tanto gli occhi della “pua” (bambola in lingua veneta) sembra si abbassino così che pare mi guardi e incrociando i miei occhi esprime silenziosamente una sorta di gratitudine per averla sottratta a quel destino che tocca ai giochi di un tempo… Ora la guardo spesso: finalmente la sento mia… Ed eccola qui con me!

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