Canto notturno di un pastore errante

 
 
 
 
"Nasce l’uomo a fatica,
ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
per prima cosa; e in sul principio stesso
la madre e il genitore
il prende a consolar dell’esser nato.
Poi che crescendo viene, 
l’uno e l’altro il sostiene, e via pur sempre
con atti e con parole
studiasi fargli core,
e consolarlo dell’umano stato..
e quando miro in cielo arder le stelle;
dico fra me pensando:
a che tante facelle?
che fa l’aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?"
 
 
 

I mali dell’anima sono laceranti, distruttivi, dilanianti e quelli fisici non reggono forse il confronto…
L’amore, la vicinanza calda, l’amicizia, la parola, l’abbraccio (anche virtuale) possono aiutare chi è sprofondato nel buio e cerca la luce.. Chi non sa, non capisce perché brancola, improvvisamente, nel buio… Chi da gioioso si trova improvvisamente nell’ombra e cammina, cammina per il viale dell’esistenza invocando con gli occhi, con le lacrime, con il cuore che sembra uscire dal petto per farsi capire, per sostituire le parole che la bocca non sa più pronunciare..
Il male di vivere, così lo chiamava Montale, quel tedio di cui anche Leopardi fu vittima e come lui, tanti di noi, almeno per qualche attimo…
Amore, Amore, Amore….: questa è la salvezza… Non tanto medicine e dotti sapienti ma calore, vicinanza, amicizia vera, soprattutto comprensione silenziosa… I grandi saggi l’avevano capito e l’avevano insegnato.. Ma chi li ascolta più?
Girando per i vari blog, leggo i medesimi sentimenti che a volte sono in me: sofferenza, disagio, tristezza.. sentimenti espressi a volte in versi, a volte con parole che sgorgano dal cuore… E veramente, come ho scritto nei post precedenti, siamo sempre in credito di felicità… A volte può capitarci di arrossire di fronte a sofferenze immani, che ci sembrano impossibili da portare.. Eppure non riusciamo a dire, noi poveri piccoli uomini (e donne) di star bene.. Diremmo: stiamo meglio di altri.. ma ciò significa, davvero, bene? Siamo felici? Domanda che mi è stata posta a bruciapelo,durante un viaggio in treno, da un compagno di scompartimento… Non sono riuscita rispondere ma ho pensato a quanto dicevano i saggi della Bibbia ma anche Leopardi: la vera felicità sta nel contentarsi dei piccoli fini della giornata e di ciò che ci è dato ogni giorno… riuscendo a trascorrere la vita mai da soli ma INSIEME… 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

9 pensieri riguardo “Canto notturno di un pastore errante

  1.  
    Carissima Maria Grazia,che piacere ricevere la tua visita.Mi scuso di non avertelo detto personalmente,ma ho dato la notizia sul sito di Leopardi dove ti avevo lasciato i saluti e ti avevo anche inviato le mie nuove mail se non l\’hai ricevute fammi sapere.Spero che tu e famiglia stiate bene.Ti abbraccio e ti facio i miei complimenti per il tuo bellissimo blog,del quale peraltro non conoscevo l\’esistenza.
    Buona domenica e slutami tanto il Santo.
    A presto
    Antonio o megli alla veneta Toni Blu

  2. ciao Maria GRazia e con un\’affettuoso abbraccio che stasera ti porto una felice notte e una buona felice domenica Gabry.

  3. Grazie carissima!!!
    Il tuo commento alla poesia mi ha dato un grande conforto,una bella zolla di zucchero.
    Una zolla di zucchero in questi momenti di tristezza,di amarezza,di rabbia per il malanno colpevole che sta´divoranndo una persona a me cara e,che amo molto.
    Grazie.
    Ciao …….un abbraccio affettuoso.
                                                                     SALVATORE.

  4. La felicità è un attimo da cogliere al volo…
    quello che veramente importa… è la serenità…
    quando si è sereni allora… riusciamo a cogliere i piccoli momenti di felicità… le grandi felicità…le piccole felicità…
    ma sempre attimi fuggenti
    Un sorriso
    Claudia

  5. Carissima Maria Grazia,vengo a trovarti nel tuo giardino e ti prometto che presto ti contatterò con la mia nuova mail,per parlarti un pò meglio e a lungo,da tanto non ci sentiamo un pò bene! In quanto alla non conoscenza del tuo blog,può essere che dato l\’alzaimer incipiente sia io a non ricordarmi che l\’avevi reso noto,comunque non avevo l\’indirizzo.Però scoprirlo è stato una piacevole sorpresa.Piace molto anche a me leggerti,mi fa piacere che tu ti senta a casa mia,vuol dire che riesco sempre ad essere spontaneo.Spero di migliorare molto nel mio modo di scrivere,grazie all\’aiuto tuoi e di tutti gli altri amici ed amiche.A presto un abbraccio e una carezza particolare per Stefi.Buona giornata,buona settimana e buona Quaresima.
    Antonio
     

  6. Questi versi di Leopardi sono i miei preferiti, in assoluto!

    a che tante facelle?
    che fa l\’aria infinita, e quel profondo
    infinito seren? che vuol dir questa
    solitudine immensa? ed io che sono?"
    Incredibile la capacità di questo IMMENSo POETA di esprimere i dubbi, le perplessità dell\’animo umano, ma allo stesso tempo la sua lotta continua per la vita, il suo amore per la vita stessa.
    Maria Grazia, sei davvero, davvero fantastica.
    Un abbraccio

  7. solo amandoci…..saremo in grado..di provare la vera felicità…..codificando..uno per uno i messaggi della nostra anima…..dando forma ed espansione….al nostro "io"…vivendo..x ciò,in cui crediamo….e..lottando….perchè..sia così……se..poi…la  nostra consapevolezza di essere……la nostra energia esistenziale…..la condividiamo…..sia in termini di amicizia…e..amore……we!!! allora…cosa..vorresti di più………….è il paradiso uaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!
    un abbraccio affettuosissimo
    P:S… azz… mi sto rifacendo di tutto il tempo .ahahahahahahahahh!!!!!!!!!!

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